"Si fa arte perchè il mondo è imperfetto"

Paul Auster
GREGORIO BOTTA: PIGMENTI DI UNIVERSO DIALOGANO NELL’INFINITO PRESENTE

Dimore dell’essenza in un’assenza di forme tra ombre di vita e silenzi di vuoto. Il lento fluire dell’acqua disperde la finitezza delle opere di Gregorio Botta, dove scorrono atomi di idrogeno e di ossigeno in un divenire continuo di attesa e ritorno.

Con la mostra, “L’aria non ha dimora”, la galleria Il Segno offre al pubblico un percorso espositivo sull’impercettibile evanescenza dello spazio per oltrepassare la materia, superarne la composizione atomica, e rintracciare una spiritualità perduta, laica.

Gregorio Botta presenta gli archetipi dell’universo, gli ele-menti di un pensiero invisibile e mutevole oltre l’aria e l’acqua: la temperatura, l’umidità e i vapori dell’esistenza taciuta. Nessuna forma, nessun caos. Solo pigmenti, atomi di molecole e l’infinitesimale nel vuoto solo apparente.

Accostarsi a questi lavori significa acquisire un’ iniziale forma di consapevolezza del divenire delle cose nell’invisibile vita che le circonda. Si avverte un senso di dissolvenza dell’aria, fluido silente e impalpabile che evoca nello spazio la memoria del tempo.

Ferro, piombo, terracotta, vetro, lino, carta di riso sono i materiali e le forme scelte dall’artista, che omaggia così la naturale energia molecolare della terra. Stare davanti a queste opere è un’esperienza di dialogo silente con noi stessi e sembra quasi che dicano: “Sei tu, non aver paura. Fermati”. Sorprendente e misterioso tutto ciò. Ma la magia di un’opera d’arte è data soprattutto dalla sua spiritualità come se fosse un passaggio per l’anima dell’universo.

Giorgio Botta permette di addentrarci in territori diversi, ma non per questo lontani, e ricorda a tutti noi, con grande essenzialità e sintesi poetica, l’indispensabile misura del vuoto dentro al silenzio e fuori dal silenzio.Verso un altrove misterioso. Verso la sapienza dell’universo, forse. Sentitevi liberi di cogliere o no queste sfumature della nostra esistenza. Ma andate a vedere questa mostra con la consapevolezza di vedervi nell’acqua e nell’aria senza dimora.

Fino al 16 maggio alla Galleria il Segno via Capo le Case 4, Roma.

Nilla Zaira D’Urso