"Si fa arte perchè il mondo è imperfetto"

Paul Auster

MIGRAZIONI DI DANILO MAESTOSI: IL VORTICE CROMATICO DELLA STORIA
Un vortice di colori scorre sulle tavole di legno di Danilo Maestosi. Un vortice proveniente da una corrente invisibile che l’artista riesce a captare e testimoniare. Sono i colori a migrare attraverso la geografia della diversità umana e storica. Le loro direzioni svelano il pentagramma della storia nell’ essere mutamento.
«πάντα ε». L’arte di Maestosi è l’epifania dei respiri delle civiltà umane. È energia. La capacità di composizione pittorica lo eguaglia ad un direttore d’orchestra. Direttore di vibrazioni cromatiche, Maestosi è compositore di note pittoriche su legno che, a poco a poco, svelano le direzioni dei cambiamenti storici.
La sua pittura sembra elevarsi verso una direzione plastica, sembra addirittura continuare oltre il perimetro delle superfici lignee come se potesse tingere le pareti di una stanza fino al pavimento e uscire fuori, nella strada. E divenire materialità fluida. Inserirsi nel fluido della storia e della realtà, delle quali è fortemente intrisa, per dispiegare lo sguardo verso il mutamento storico, in cui esiste uno scarto: il grado zero, la partenza verso un’altra meta. Inarrestabile è il moto, che l’artista con eccezionale maestria è riuscito a comunicare, imprimendo un senso di inafferrabilità della mutevolezza della storia.
Maestosi tesse la trama del movimento delle migrazioni ed è il primo ad intraprendere il viaggio della migrazione attraverso la propria ricerca artistica. Che la storia abbia un suo dinamismo, per alcuni ciclico, è cosa ben nota, ma che questa venga indicata e testimoniata da un vortice di colori, da una eco di vibrazioni cromatiche, in cui è l’io dell’artista che svela e traccia i percorsi che prendono forma dalla corrente della storia fa la differenza. E rende questo pittore un artista sempre attuale perché indaga questioni storiche, che apparteranno al pentagramma musicale dell’uomo nel suo essere-nel -mondo.
Un tormentato ciclone cromatico prende vita dalle opere “Il massacro degli Armeni” e “I lager dei senza nome” dove la tempesta dei colori è grido, dolore, retaggio di un tempo che potrebbe ritornare, onda che potrebbe scagliarsi contro le coste della civiltà e infrangerle tutte. Forse. Eppure anche dalla mostruosità di questa corrente della storia, davanti alle sue opere, si rimane incantati, rapiti e turbati dal vortice che tutto ingloba: il bene e il male. Così la pittura di Maestosi ha un forte valore etico oltre che artistico nel testimoniare il flusso degli eventi per farne memoria e per non dimenticare che “la diversità disegna il mondo”.
Nilla Zaira D'Urso