"Si fa arte perchè il mondo è imperfetto"

Paul Auster

L’ALTRO TEATRO DI ROBERT WILSON, UNA RICERCA DI INTIMITÁ CON IL PUBBLICO
ROMA,TEATRO VALLE IMMERSO NEGLI SCENARI DELLA DRAMMATURGIA DI BECKETT
L’altro teatro: quello di Bob Wilson. Domenica 10 ottobre, la prima al Teatro Valle de L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett. Una messinscena in lingua inglese (con sottotitoli), che ha in parte svelato la scrittura del drammaturgo irlandese. Robert Wilson ritorna sul palcoscenico da attore dopo una lunga assenza – l’ultima volta ha interpretato Hamlet nel 1995 – quasi un Ulisse del teatro contemporaneo, Wilson-interprete rimette piede nella Itaca scenica, in cui vige l’incanto della sua costruzione teatrale.
Con elegante maestria, il regista americano ha catturato l’attenzione del pubblico per un’ora e 10 minuti, durante i quali gli spettatori hanno potuto gustare il sapore del teatro, del vero teatro fatto di tensione, ritmo, lunghi silenzi, pause, attese, melanconia, riso e nostalgia. È l’altro teatro, capace di sorprendere, di richiamare lo spettatore oltre la soglia della narrazione tradizionale, del personaggio in costume, dove le luci bianche, il nero del fondale e perfino i calzini rossi, singolare goccia di colore, sembrano comporre una sintassi onirica sulla quale galleggiano le parole di Beckett.
Bob Wilson, unico attore, nonché regista e ideatore di una intima visione scenica della figura di Krapp, personaggio che vede scorrere la sua vita attraverso la registrazione dei ricordi su bobine, è una figura incerata, melanconica, una maschera quasi grottesca. Krapp-Wilson dialoga con la propria voce, riprodotta dai nastri, ed è il solo testimone di sé stesso, seduto davanti ad una scrivania, in un freddo stanzone con le finestre alte. Poca luce, sullo sfondo una lunga e alta griglia. E poi intorno scatole, riviste, libri e il buio.
Ancora una volta, Wilson mette in atto un sistemo tecnologico per dare una forma di materialità ai suoni, per turbare o “disturbare” il pubblico con un volume del suono molto alto. Una fittissima tessitura di ombre e luci accompagnano Krapp-Wilson nella notte del suo settantesimo compleanno, in cui registra le proprie riflessioni sull’anno appena finito.
Uno spettacolo equilibrato da esattezza scenica e creatività geniale, diretto da un artista poliedrico capace di sorprendere, stupire e accompagnare lo spettatore nelle cavità ombrose della scrittura beckettiana.
Lungo plauso del pubblico, alla fine dello spettacolo. Il Valle trepidante di applausi per l’incanto scenico che solo l’altro teatro può causare, lasciando nello spettatore il desiderio di rivedere la scena con Wilson-Krapp e di essere nuovamente rapito da quel sogno. Questa l’essenza del teatro che lascia traccia di sé negli animi del pubblico.
Per un nuovo incanto, la prossima regia di Robert Wilson - questa volta solo in veste di regista – al teatro Valle, dal 15 al 24 ottobre, con Giorni Felici di Beckett.
Non resta che aspettare: Aspettando Giorni Felici!
Nilla Zaira D'Urso