L’INDEFINIBILE
SIGNIFICATO DELLE LINEE DI ALBERT OEHLEN
Una
danza spigolosa e curvilinea tra l’artista e il suo carboncino su un semplice
sfondo bianco rende i fili del disegnare una ricerca consapevole di libertà e senso estetico. Predominanti il
bianco e il nero con sfumature e
sbavature.
Segni
precisi e linee dinamiche rendono lo spazio pittorico scandito da proiezioni
ritmiche e traiettorie sospese. Si delineano i margini di un’immaginaria forma
o di pensieri in azione con disegni essenziali dal forte impeto e slancio.
Albert Oehlen, artista tedesco, propone il grado zero del disegno ovvero la costruzione di forme nude
che evocano la sensazione delle crepe sulle pareti.
L’arte contemporanea è anche questa: uno sguardo sulla dimensione
scheletrica del disegnare, una narrazione sui suoi segni primordiali che rendono
l’arte del XXI secolo indefinibile, complessa, irrisolta e irrequieta.
Seppure nell’apparente disequilibrio visivo queste linee emanino una
forma di eleganza, mi chiedo cosa penserà un osservatore davanti a queste opere. Forse nella complessità rumorosa del nostro presente Oehlen propone la
semplicità e l’essenzialità di ciò che resta dell’arte. Rimane solo il segno e il gesto del disegnare, sintetico ed essenziale senza toni
profondamente nuovi, poetici e senza un’esaltante bellezza.
Una parte dell’arte contemporanea misura la sua equivocità continua col
suo essere gioco, sperimentazione, ricerca molte volte poco comprensibile come
questi lavori di Oehlen, che danno l’impressione di stare di fronte a un gioco umoristico
di fulmini e saette senza temporale, senza pioggia. Senza magia.
Nilla Zaira D'Urso
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