ALTRI MONDI POETICI CON PIETRO PICCOLI
C’è
un valore intrinseco all’arte, nel suo avvicinarsi al sublime con sensazioni ed
emozioni universali, capace di oltrepassare la siepe da cui vengono fuori altri mondi, ma a una sola condizione:
deve esserci un grande artista, poetico e visionario.
Ed
è questo il caso di Pietro Piccoli, pittore e scultore dalle evocazioni
poetiche leggiadre, sospese, misteriose.
Nelle
sue grandi tele appaiono profonde e immobili le acque cromatiche, sulle quali
visioni molteplici di vele, barche, riflessi di luci e colori si incontrano
come se aleggiassero per riprendere il volo. Si delinea così la possibilità
poetica di un altro mondo, dove quelle stesse vele sono ali e l’acqua coesiste
insieme all’aria, offrendo all’osservatore una visione lontana di immagini
riflesse su un metaforico specchio, che intercetta flussi migratori di colori insieme
a paesaggi mutevoli e caleidoscopici.
In
questo modo le barche, dipinte nell’attimo in cui il vento le accarezza e le
scuote, diventano all’unisono una coralità di vele, appartenenti ad altri mondi
che si incontrano nell’evolversi di istanti.
Nell’attraversare
con lo sguardo questi paesaggi non c’è un solo punto di vista perché sono
molteplici gli sguardi nel gioco delle visioni, mai identiche a se stesse, diverse e vitali dentro una pittura
caleidoscopica. E a noi rimane la possibilità di cogliere, in queste grandi
tele, l’istante di ciò che è e immaginare ciò che sarà.
Di
questa dualità, tra sguardo e immaginazione, la pittura di Piccoli è una
sintesi di altissima maestria artistica dove le forme poetiche figurative
evocano gli archetipi dell’astrattismo nelle animose e colorate pennellate.
Nei
suoi stessi tratti pittorici c’è una continua migrazione di colori e forme nel
tempo e nello spazio, oltre l’aria e l’acqua, per dare spazio a un’altra idea
di mare, senza onde, senza salsedine, nella profondità di riflessioni e
rifrazioni che fanno pensare a un misterioso lago.
Ed
è proprio una certa dose di mistero che crea nell’arte il suo punto più alto e
un artista, dal molteplice talento, come
Pietro Piccoli sa quanto la pittura, quella vera, debba
essere costellata a somiglianza a
immagine/del mistero specialmente nell’abisso caotico e dispersivo
dell’arte contemporanea.
Anche
la poliedricità di un artista si misura nelle sue diverse possibilità di dare
corpo e anima alla poetica dei colori, di creare forma e spessore alla
profondità dello spazio, in supporti sempre differenti, nell’esigenza continua
di difendere e testimoniare quella parte invisibile e indispensabile del mondo:
l’ombra di ogni creatura, lo spiraglio di luce di qualsiasi buio, rievocando
l’aspetto più profondo e poetico insito nell’arte.
Così
la ricerca artistica di Piccoli, mossa da una forza di natura centripeta,
approda nella materia argillosa con grandi piatti in terracotta, in cui si
avverte un centro focale, da cui parte il moto di un’immaginaria spirale che
accentra a sé vele e barche, conferendo alla materia un notevole senso di luminosità acquatica.
Nella
scelta rotonda del piatto si percepisce l’idea metaforica del tempo, in maniera
organica e armonica, con visioni pittoriche di acqua e vele. E si sente, con maggiore intensità, il tratto
pittorico più vigoroso e libero di non addentrarsi in una narrazione di forme, ma di segmentare e tentare di fermare
cromaticamente il senso rotatorio dello spazio e la circolarità del tempo.
Colori
avvolgenti, decisi e luminosi appaiono nell’attimo prima di disperdersi
nell’universo e ruotare con le stelle,
mentre si avverte la forte necessità dell’artista di imprimere nella materia il
moto circolare delle sue costellazioni pittoriche.
Sperimentatore
incessante e geniale, alla continua ricerca del connubio artistico tra res cogitans e res extensa, avvia anche una sorprendente e divertente ouverture
scultorea con le prime sculture in acciaio, monocrome e dipinte, per dare
plasticità alle barche della sua pittura.
Spigolose,
geometriche nelle loro linee generali, attraversate da un senso di morbidezza
che le avvolge, disegnano nel pulviscolo dell’aria le direzioni di un viaggio:
una migrazione corale.
L’umanità,
raccontata plasticamente dentro un altro ecosistema, in cui le barche possono
volteggiare nell’etere, quasi sempre insieme, ricoperte da giochi di colore
monocromi e accesi con fantasie quasi grafiche in una giocosa e divertente
ilarità cromatica.
Una
sintassi musicale su un pentagramma pulviscolare dove ogni insieme di
barche sembra rappresentare la sequenza
di un fantasioso genoma.
Un
senso di leggerezza viene fuori dalla materia acciaiosa, lavorata con grande
cura e precisione nei dettagli e nei tagli, con fessure di luce e aria, dai
rimandi grafici.
Deciso
il forte richiamo alle acquisizioni storiche dell’arte contemporanea, nella
serialità scultorea delle barche, assemblate e rielaborate abilmente in un
montaggio di elementi e significati, dove l’aria e l’acqua possono coesistere
all’unisono dentro uno stravagante “sistema cartesiano” in cui il tempo esiste
nell’hic et nunc.
Con
queste sculture Piccoli offre un’epidermide plastica alle sue visioni
pittoriche per far muovere,
nell’apparente immobilità, l’invisibile dondolio delle barche, metafore di
vita.
Riesce
nell’alto intento di creare opere così poetiche ed eterogenee da offrire agli
osservatori la possibilità di essere testimoni di un’apparenza nuda, un indispensabile mistero: la bellezza dell’arte.
Nilla Zaira D'Urso
Scoprite questa mostra alla Galleria d'arte "Firme d'Autore" fino al 29 Aprile 2015
http://www.galleriadartefirmedautore.com/firmedautore/index.php?option=com_content&view=article&id=33:altri-mondi-poetici-di-pietro-piccoli&catid=4:eventi&Itemid=39
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