"Si fa arte perchè il mondo è imperfetto"

Paul Auster
Antonio Taschini, Città Sospesa



 Microcosmi di civiltà invisibili
Una poetica geometrica di figure archetipiche, assemblate nella materia argillosa, rappresenta microcosmi arcaici, collegati tra loro da cerchi, semicerchi, angoli, triangoli e da una singolare tensione verso l’alto.
Micromondi, città invisibili: una memoria degli albori della civiltà umana in un alfabeto cosmico di forme essenziali che riflettono l’urgenza di mettere insieme resti di infinito.             
Su di loro, la mano dell’artista interpreta la forza attrattiva e gravitazionale della terra, lisciando, incidendo e scavando.
Concave alcune parti delle opere, dove in uno spazio di silenzio e memoria scorre ancora il tempo. Leggere le tinte degli smalti nelle decorazioni su sfondi che richiamano il caldo colore della terra e il nero dell’universo. Ma il rosso è il colore predominante in una diatriba tra vita e fuoco.
Opere ieratiche ed enigmatiche come pietre sacre.
Sembrano incarnare l’essenza dei Kōan buddisti perché riescono a riattivare la consapevolezza del nostro essere-nel-mondo nella maniera più istintiva e primordiale.
E si rimane sedotti da queste forme arcaiche, nelle quali c’è un elogio di profonda devozione alla terra: la  grande dimora di tutte le civiltà umane.

Nilla Zaira D’Urso