Antonio Taschini, Città Sospesa |
Microcosmi di civiltà invisibili
Una
poetica geometrica di figure archetipiche, assemblate nella materia argillosa, rappresenta
microcosmi arcaici, collegati tra loro da cerchi, semicerchi, angoli, triangoli
e da una singolare tensione verso l’alto.
Micromondi,
città invisibili: una memoria degli
albori della civiltà umana in un alfabeto cosmico di forme essenziali che riflettono
l’urgenza di mettere insieme resti di infinito.
Su
di loro, la mano dell’artista interpreta la forza attrattiva e gravitazionale della
terra, lisciando, incidendo e scavando.
Concave
alcune parti delle opere, dove in uno spazio di silenzio e memoria scorre
ancora il tempo. Leggere le tinte degli smalti nelle decorazioni su sfondi che
richiamano il caldo colore della terra e il nero dell’universo. Ma il rosso è
il colore predominante in una diatriba tra vita e fuoco.
Opere
ieratiche ed enigmatiche come pietre sacre.
Sembrano
incarnare l’essenza dei Kōan
buddisti perché riescono a riattivare la consapevolezza del nostro essere-nel-mondo nella maniera più istintiva
e primordiale.
E
si rimane sedotti da queste forme arcaiche, nelle quali c’è un elogio di
profonda devozione alla terra: la grande
dimora di tutte le civiltà umane.
Nilla
Zaira D’Urso